TRATTAMENTI DI ACQUE DI SCARICO URBANE
Metodologie e strumenti per la verifica di funzionalità di impianti di depurazione. A partire dalle prime esperienze di ricerca risalenti agli anni ’70, e attraverso un continuo processo di aggiornamento e perfezionamento, reso possibile da molteplici collaborazioni di ricerca ed applicazioni a impianti reali, è stato messo a punto un protocollo che comprende circa 30 verifiche di processo utilizzabili per: (i) quantificare le prestazioni di ogni singolo stadio e verificarne il dimensionamento (calcolandone quindi la potenzialità reale) e la funzionalità in relazione alle condizioni di carico; (ii) calcolare indici di funzionalità da confrontare con valori di riferimento (benchmark) e per monitorare l’evoluzione nel tempo della funzionalità di un medesimo impianto; (iii) effettuare il collaudo funzionale (da affiancare a quello amministrativo) degli impianti di nuova realizzazione o a seguito di modifiche sostanziali.
Automazione di processo per il risparmio energetico: si stanno perfezionando criteri innovativi per l’automazione di processo degli impianti di depurazione, che utilizzano, laddove sia accertato il vantaggio conseguibile, la logica fuzzy. Ad esempio, è stato sviluppato il sistema OxyFuzzy (brevettato), per la regolazione della fornitura d’aria in impianti biologici a flusso continuo mediante misura on-line dei parametri ossigeno disciolto e ammoniaca e controllo retroattivo. Il sistema è stato applicato con successo a diversi impianti di depurazione. In parallelo si sta valutando la possibilità di estendere l’automazione di processo anche ad altre fasi dell’impianto e si è messa a punto una procedura di simulazione (su piattaforma GPS-X) per la verifica dei vantaggi gestionali ed economici conseguibili con il controllo di processo su un determinato impianto.
Rimozione di microinquinanti dalle acque di scarico: sono state svolte e sono tuttora in corso sperimentazioni su impianti reali per la valutazione dell’efficienza di rimozione dei microinquinanti organici e inorganici (in particolare gli interferenti endocrini) da parte dei processi a fanghi attivi e per lo studio di alcune alternative di trattamento terziario (ossidazione chimica avanzata, ultrafiltrazione).
Impronta ambientale degli impianti di depurazione: sono allo studio criteri innovativi per la valutazione della impronta ambientale di impianti di depurazione (in particolare l’impatto diretto sui corpi idrici) basati su saggi biologici, affiancati alle analisi chimiche e da integrare nelle procedure basate sul ciclo di vita (LCA Life Cycle Analysis). E' molto attiva, in questo contesto la collaborazione con altri gruppi di ricerca italiani e stranieri. E’ stato anche sviluppato un modello originale, per confrontare il beneficio ambientale conseguibile attraverso la rimozione spinta di microinquinanti, con il danno ambientale prodotto dagli stessi trattamenti terziari e derivante, ad esempio, dai consumi energetici aggiuntivi.
Sviluppo di procedure di supporto alle decisioni nella scelta di processi e tecnologie di depurazione e di recupero di risorse materiali ed energetiche: la procedura, già applicata in diversi casi reali e comunque in continua evoluzione, si basa sulla quantificazione di circa 30 fattori di natura tecnico-operativa, normativa-amministrativa, sociale, economica, ambientale; un algoritmo di elaborazione di questi parametri, opportunamente pesati, permette di classificare, in ordine di preferenza, le alternative poste a confronto.
Progetto integrato di sviluppo sostenibile dell’area del bacino del rio Pojuca (Stato di Bahia, Brasile): progetto, coordinato dall’Università Insubria di Varese, che ha riguardato in particolare alcuni impianti di depurazione nell’area del bacino del rio Pojuca.
Studio delle problematiche ambientali presenti nei bivacchi del parco del Rwenzori (Uganda): è in corso, in collaborazione con il gruppo di topografia dell’Università di Brescia, un’analisi ambientale del parco al fine di migliorarne la gestione.